Cos'è una EPD?
Le Dichiarazioni Ambientali di Prodotto (EPD) sono documenti standardizzati e trasparenti che comunicano l’impatto ambientale di un prodotto o di un servizio lungo il suo intero ciclo di vita. Esse si basano sull’Analisi del Ciclo di Vita (LCA) e sono etichette ecologiche di tipo III secondo la norma ISO 14025.
[INDICE]
- Perché è utile una EPD e chi sono i destinatari principali
- Base normativa e standard
- Tipi principali di EPD
- Quali sono gli strumenti per elaborare una EPD
- Cosa contiene una EPD
- Processo di creazione di una EPD
- Vantaggi commerciali delle EPD
- L’EPD Tool
- Evoluzione normativa e obbligatorietà futura
- EPD e CAM (Criteri Ambientali Minimi)
- In conclusione
Etichette ecologiche
Le etichette ecologiche comunicano le prestazioni ambientali di un prodotto o servizio. Ne esistono di tre tipi principali, ognuno con un diverso livello di controllo e validazione. Quelle di tipo III rappresentano la categoria più elevata, di cui fanno parte le EPD.
Tipo III
Le etichette di tipo III si distinguono per la loro trasparenza e accuratezza scientifica. Forniscono dati numerici specifici sugli impatti ambientali del prodotto e tutti i dati provengono da un’analisi scientifica del ciclo di vita (LCA). Inoltre, le informazioni contenute nell’etichetta sono controllate e approvate da un verificatore esterno indipendente, garantendone la credibilità.
Norma ISO 14025
Norma internazionale che definisce i principi e i requisiti per le etichette ecologiche di tipo III. Serve a stabilire un quadro comune per la creazione e la pubblicazione delle EPD, garantendo che i dati siano comparabili e affidabili.
Perché è utile una EPD e chi sono i destinatari principali
Le EPD risultano particolarmente vantaggiose per alcuni soggetti specifici:
- Produttori: per misurare, analizzare e ottimizzare l’impatto ambientale dei loro prodotti e comunicare in modo trasparente le emissioni di carbonio
- Responsabili della sostenibilità e ingegneri: al fine di selezionare prodotti sostenibili
- Progettisti di prodotti: per migliorare l’analisi ambientale dei materiali e fare ecodesign
- Consumatori, autorità di regolamentazione e operatori del settore: per accedere a dati ambientali essenziali e comparabili
- Appalti pubblici: per valutare l’impronta ambientale dei prodotti, soprattutto nell’UE e nello SEE, dove sono sempre più richieste o addirittura obbligatorie
Inoltre, le EPD supportano gli obiettivi di riduzione delle emissioni di carbonio, consentendo di confrontare gli impatti ambientali di diversi materiali e prodotti, aiutando a selezionare l’opzione più sostenibile per edifici o infrastrutture.
Base normativa e standard
Le EPD sono generate secondo standard internazionali specifici per garantirne coerenza e compatibilità. I principali standard di riferimento per le EPD, in particolare per il settore delle costruzioni, includono:
- ISO 14040/14044: relativi alla metodologia LCA
- ISO 14025: definisce i principi e le procedure per le etichette ambientali di tipo III, di cui le EPD fanno parte
- EN 15804 ISO 21930: sono standard specifici per i prodotti da costruzione
Le Dichiarazioni Ambientali di Prodotto (EPD) si basano sulle Regole di Categoria di Prodotto (PCR), ovvero linee guida specifiche per ciascuna tipologia di prodotto, finalizzate a garantire coerenza e comparabilità tra prodotti simili. La selezione delle PCR costituisce il primo passaggio fondamentale nel processo di elaborazione di una EPD. Inoltre, è obbligatorio attenersi al Regolamento EPD, pubblicato dal Program Operator italiano EPDItaly o da EPD International, in base al sistema di riferimento scelto.
Tipi principali di EPD
- EPD di prodotto: è la carta d’identità ambientale di un prodotto specifico, all’interno della quale vengono descritti quali e quanti impatti ha sull’ambiente, dalla produzione allo smaltimento
- EPD medie: si tratta di una Dichiarazione Ambientale di Prodotto rappresentativa, ovvero non si riferisce ad un singolo prodotto, ma ad un gruppo di prodotti simili appartenenti ad una stessa categoria. In poche parole, essa riassume l’impatto ambientale medio di una famiglia di prodotti, utilizzando quindi dati medi o ponderati
Quali sono gli strumenti per elaborare una EPD?
- LCA Tool: è uno strumento software utilizzato per condurre un’analisi del ciclo di vita di un prodotto, di un processo o di un servizio. Permette la raccolta e la gestione dei dati ambientali e la modellazione del ciclo di vita di un prodotto, nonché funge da supporto per la redazione dell’EPD.
- EPD Tool: anche in questo caso parliamo di un software per facilitare l’elaborazione di una EPD. Infatti, l’EPD Tool permette di calcolare in modo rapido e conforme gli impatti ambientali di un prodotto, seguendo le regole tecniche previste e generando, quindi, in automatico la dichiarazione ambientale di prodotto.
Cosa contiene una EPD?
Abbiamo più volte sottolineato come le EPD siano uno strumento cruciale per la valutazione della sostenibilità dei prodotti, in quanto forniscono una panoramica chiara e standardizzata dei loro impatti ambientali. Ma com’è composta una EPD?
Informazioni generali
Questa sezione introduce il prodotto e il suo contesto. In questa parte vengono inseriti i dati anagrafici fondamentali, come il nome del produttore e il prodotto specifico a cui l’EPD si riferisce. Inoltre, l’indicazione della categoria di prodotto (PCR) è un elemento chiave, poiché le PCR definiscono le regole specifiche per la conduzione di una LCA e la creazione di una EPD per un determinato prodotto (es. cemento, vetro, pannelli fotovoltaici). Ciò garantisce che EPD diverse per prodotti simili siano comparabili.
Informazioni sul ciclo di vita del prodotto
Questa parte definisce i confini del sistema studiato (system boundaries). I moduli A1-A3, ad esempio, sono comunemente utilizzati e si riferiscono alla fase “cradle-to-gate” (dalla culla al cancello della fabbrica), che include l’estrazione delle materie prime, il loro trasporto e la produzione del prodotto. Tuttavia, una EPD completa può includere anche i moduli B (uso del prodotto), C (fine vita) e D (benefici e carichi oltre il confine di sistema). Una EPD che copre un ciclo di vita completo (cradle-to-grave) offre una visione molto esaustiva degli impatti.
Focus: il ciclo di vita dei prodotti

Metodologia di valutazione del Ciclo di Vita (LCA)
La sezione sulla metodologia descrive in dettaglio lo studio che ha portato alla creazione della EPD. Vengono specificati gli standard di riferimento utilizzati, come la serie di norme ISO 14040 e ISO 14044, che regolano la conduzione degli studi di LCA. Inoltre, vengono fornite informazioni sulle assunzioni fatte durante lo studio, essenziali per poter poi interpretare i risultati.
Dati sull’impatto ambientale
Questa rappresenta la sezione centrale dell’EPD, all’interno della quale vengono presentati i risultati della LCA e dove gli indicatori di impatto sono raggruppati in categorie. Oltre al Potenziale di Riscaldamento Globale (GPW), che misura l’impronta di carbonio, esistono altri indicatori cruciali, tra cui:
- Ozonizzazione (ODP): potenziale di riduzione dell’ozono stratosferico
- Acidificazione (AP): potenziale di acidificazione del suolo e dell’acqua
- Eutrofizzazione (EP): eccessiva crescita di alghe e piante acquatiche
- Formazione di smog fotochimico (POCP): potenziale di formazione di ozono a livello del suolo
- Uso delle risorse (ADP): deplezione di risorse biotiche (es. legname) e abiotiche (es. minerali)
- Uso di acqua (WDP): consumo di acqua dolce
Tutti questi indicatori sono espressi in unità dichiarata (Declared Unit), che serve da riferimento per quantificare gli impatti.
GWP - Global Warming Potential - Potenziale di Riscaldamento Globale
Si tratta di una misura che ci dice quanto un gas serra contribuisce al riscaldamento del pianeta rispetto all’anidride carbonica (CO2). Essa risulta particolarmente utile perché permette di sommare l’impatto di diversi gas serra (metano, protossido di azoto, ecc.) e di esprimerlo in un’unica unità, ovvero in chilogrammi di CO2 equivalenti (CO2e).
Declared Unit - Unità Dichiarata
Unità di misura che serve da punto di riferimento per calcolare e comunicare gli impatti ambientali di un prodotto di una EPD; è il modo più semplice per esplicitare di “quanta quantità” di prodotto si sta parlando. Inoltre, serve a garantire che i dati ambientali siano sempre riferiti a una quantità specifica e standardizzata; senza questa unità, sarebbe impossibile confrontare l’impatto ambientale di due prodotti diversi.
L’importanza della verifica
La Dichiarazione di Verifica è un elemento essenziale che conferisce credibilità all’EPD. Infatti, questo documento attesta che i dati e le procedure utilizzati siano stati esaminati e convalidati da un ente terzo indipendente. L’ente di verifica controlla che la LCA sia stata condotta in conformità con gli standard internazionali e che l’EPD rispetti le regole della PCR. Senza questa verifica, una EPD non può essere considerata valida e affidabile.
Processo di creazione di una EPD
Il processo di creazione di una EPD è un percorso rigoroso e standardizzato, fondamentale per garantire la trasparenza e l’affidabilità delle informazioni ambientali di un prodotto.
Raccolta dati e definizione dell'obiettivo
Questa fase rappresenta il fondamento dell’intero processo. Non si tratta solo di raccogliere dati, ma di farlo in modo sistematico e conforme a regole precise.
- Definizione dello scopo: prima di tutto, è necessario definire chiaramente l’obiettivo dello studio. Quali impatti ambientali vogliamo misurare? Quali sono i confini del sistema? Qual è l’unità dichiarata (ad esempio, 1 kg di prodotto, 1 m²di materiale)? Questa fase preliminare guida l’intero processo di raccolta dati.
- Individuazione della PCR: la Product Category Rules (PCR) è il documento guida che detta le regole specifiche per la conduzione di una Valutazione del Ciclo di Vita (LCA) e la successiva creazione di una EPD per un determinato tipo di prodotto. Le PCR garantiscono la comparabilità tra prodotti simili e sono fondamentali per la validazione successiva.
- Raccolta dati: i dati vengono raccolti da diverse fonti e per ogni fase del ciclo di vita coperta (ad es. cradle-to-gate). Questi includono:
- Dati di input: materie prime, energia, acqua e altri consumi
- Dati di output: emissioni nell’aria, nell’acqua e nel suolo, oltre ai rifiuti generati. I dati primari (raccolti direttamente dal produttore) sono preferibili, ma possono essere integrati con dati secondari provenienti da database ambientali standard
Conduzione della Valutazione del Ciclo di Vita (LCA)
Una volta che tutti i dati sono stati raccolti, si passa alla fase di calcolo. La LCA è una metodologia scientifica che quantifica gli impatti ambientali di un prodotto lungo tutto il suo ciclo di vita.
Si parte con la modellazione del sistema, ovvero i dati raccolti vengono inseriti in un software specializzato per l’ LCA. Il software crea, quindi, un modello del processo produttivo e dei flussi di materia ed energia. Successivamente, vi è l’analisi dell’Inventario del Ciclo di Vita (LCI), all’interno della quale tutti i dati di input e output (materie prime, energia, emissioni) vengono convertiti in un inventario dettagliato; una sorta di “ricetta” ambientale del prodotto. Dopodiché, si passa alla Valutazione degli Impatti (LCIA), ovvero viene elaborato l’inventario LCI in modo da calcolare i diversi indicatori di impatto ambientale. Ad esempio, le emissioni di CO2 e altri gas serra vengono sommate per calcolare il Potenziale di Riscaldamento Globale (GWP). Vengono calcolati anche altri indicatori, come l’acidificazione, l’eutrofizzazione e l’uso di risorse.
Preparazione della relazione di base (LCA Report)
Questo è il documento interno che supporta la EPD. Non viene pubblicato, ma serve come prova di tutti i calcoli e le assunzioni fatte durante la LCA. Il report descrive in modo esaustivo la metodologia LCA utilizzata, specificando gli standard di riferimento (es. ISO 14040/14044), le assunzioni chiave, le limitazioni dello studio e la giustificazione della scelta dei dati. Inoltre, il documento garantisce la piena tracciabilità di tutti i dati e i calcoli; sarà il principale riferimento per il verificatore esterno.
Verifica di terze parti
Una fase cruciale per la credibilità dell’EPD. Un verificatore indipendente, accreditato da un operatore di programma, procede con esaminare l’intero processo. Il verificatore controlla che l’LCA e la bozza di EPD siano pienamente conformi alle PCR specifiche del prodotto. Inoltre, viene verificata l’accuratezza e la qualità dei dati raccolti e utilizzati nei calcoli. Infine, viene esaminata la correttezza dei calcoli, in modo da assicurarsi che i risultati finali siano corretti ed affidabili. Solo dopo aver superato con successo questa verifica, l’EPD può essere considerata valida.
Registrazione e pubblicazione
Una volta verificata, l’EPD viene registrata e pubblicata ufficialmente da un operatore di programma (es. EPDItaly, Environdec…). Successivamente essa viene inserita nel database dell’operatore di programma, a cui viene assegnato un numero di identificazione univoco. Questo passaggio garantisce che l’EPD sia pubblica e accessibile a tutti; in seguito verrà poi anche pubblicata sul sito web dell’operatore di programma. A questo punto, può essere utilizzata da aziende, professionisti del settore e consumatori per confrontare prodotti e prendere decisioni d’acquisto più informate e consapevoli. L’intero processo, sebbene complesso, assicura che le EPD siano uno strumento affidabile e trasparente, fondamentale per l’economia circolare e la sostenibilità ambientale.

Vantaggi commerciali delle EPD
Sebbene volontaria nella maggior parte dei casi, l’EPD offre numerosi vantaggi:
- Differenziazione nel mercato: posiziona prodotti e progetti come più sostenibili
- Conformità normativa: aiuta a soddisfare requisiti legati e di appalto pubblico
- Crediti e certificazioni: le EPD sono riconosciute da programmi di certificazione edilizia come LEED e BREEAM, contribuendo all’ottenimento dei crediti
- Efficienza operativa: l’analisi LCA alla base delle EPD può identificare sprechi e inefficienze, portando a ottimizzazione dei processi e risparmio sui costi
- Maggiore trasparenza e fiducia nel brand: comunicazione chiara e verificata degli impatti ambientali
- Supporto decisionale: i dati dell’EPD supportano decisioni strategiche per migliorare la sostenibilità aziendale
- Accesso a mercati “green”: risponde alla crescente domanda di prodotti a basso impatto ambientale da parte di clienti e filiere produttive.
L'EPD Tool
L’EPD Tool è uno strumento innovativo che semplifica e automatizza la produzione di EPD, specialmente per gamme di prodotti simili. Una volta certificato da un organismo di certificazione, il tool può generare automaticamente EPD al variare degli input, riducendo tempi e costi. Questo strumento permette di aumentare l’efficienza operativa, migliorare la gestione delle informazioni e la trasparenza, semplificando la conformità e rafforzando il posizionamento competitivo.
Evoluzione normativa e obbligatorietà futura
La richiesta di EPD è in crescita e sta diventando obbligatoria in alcuni contesti. Ad esempio:
- Il nuovo regolamento CPR 2024/3110 (prodotti da costruzione in UE), in vigore dal 7 gennaio 2025, introduce criteri ambientali obbligatori e la valutazione del ciclo di vita (LCA). Dal 8 gennaio 2026 sarà obbligatorio inserire informazioni ambientali quali l’impronta di carbonio, l’efficienza nell’uso delle risorse, il contenuto riciclato e la riciclabilità/riutilizzabilità. Sebbene non renda le EPD obbligatorie di per sè, possederle costituisce un notevole vantaggio, avendo già in possesso i dati ambientali richiesti.
EPD e CAM (Criteri Ambientali Minimi)
L’interazione tra EPD e CAM è un punto cruciale per comprendere la loro importanza nel contesto degli appalti pubblici in Italia. Mentre le EPD sono uno strumento volontario, la loro relazione con i CAM le rende, in realtà, un requisito strategico per molte aziende.
Una EPD è una dichiarazione ambientale volontaria e standardizzata, che fornisce dati quantitativi e verificabili sugli impatti ambientali di un prodotto lungo il suo ciclo di vita. Non è una certificazione di sostenibilità in senso assoluto, ma una carta d’identità ambientale del prodotto, basata su uno studio di Life Cycle Assesment (LCA). Le aziende decidono autonomamente se investire nella creazione di una EPD; la motivazione principale che li spinge verso questa scelta riguarda la trasparenza e la competitività, soprattutto in mercati che premiano la sostenibilità. Inoltre, come accennato in precedenza, l’EPD è un documento verificato da un ente terzo indipendente. Questa verifica garantisce che i dati siano accurati e che lo studio LCA sia stato condotto in conformità con standard internazionali.
I CAM, invece, rappresentano un insieme di requisiti ambientali obbligatori stabiliti dal Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica in Italia. Vengono inseriti nei capitolati d’appalto della Pubblica Amministrazione e servono per indirizzare gli acquisti pubblici verso prodotti, servizi e lavori con un minore impatto ambientale. Le amministrazioni pubbliche sono tenute per legge a inserire i CAM nei propri bandi di gara, in base al Codice dei Contratti Pubblici. L’obiettivo principale è quello di promuovere un’economia più sostenibile attraverso il potere d’acquisto pubblico, favorendo pratiche e tecnologie a basso impatto ambientale e incentivando l’innovazione.
Quando le EPD vengono contestualizzate nell’ambito dei CAM emerge un loro ulteriore valore: esse diventano strumento fondamentale per dimostrare la conformità ai requisiti previsti dai CAM.
Esempio pratico: l’appalto per l’edilizia
Consideriamo un appalto pubblico per la costruzione di un edificio. Il bando richiederà tramite i CAM, l’utilizzo di materiali edili con specifiche caratteristiche ambientali. Spesso una delle richieste è proprio la disponibilità di una EPD valida per i prodotti da costruzione (es. isolanti, cemento, laterizi). Infatti, i CAM possono richiedere che i prodotti abbiano un’impronta di carbonio inferiore a una certa soglia, oppure che siano realizzati con una percentuale minima di materiale riciclato. Per questo motivo, l’EPD può fornire i dati verificati (ad esempio il valore del GWP) che permettono all’azienda di dimostrare in maniera oggettiva e trasparente che il proprio prodotto rispetta i requisiti richiesti: non è l’EPD a rendere il prodotto conforme, ma i dati che contiene.
Le aziende che dispongono di EPD per i propri prodotti godono di un vantaggio competitivo significativo negli appalti pubblici. Se un’azienda non ha una EPD, potrebbe essere esclusa dalla gara o ottenere un punteggio tecnico inferiore, anche se il suo prodotto rispetta i requisiti ambientali. Sebbene le EPD non siano un requisito obbligatorio per tutti i prodotti, il loro possesso è spesso indispensabile per partecipare con successo agli appalti pubblici che incorporano i CAM. Questo meccanismo spinge il mercato verso una maggiore trasparenza e sostenibilità, rendendo le EPD un fattore chiave per la crescita aziendale e la transizione ecologica.
In conclusione
Il mondo del business sta cambiando e la sostenibilità non è più un’opzione, ma un requisito fondamentale per competere. Le EPD sono lo strumento che permette alle aziende di dimostrare in modo oggettivo e verificabile il loro impegno.
Non si tratta di una semplice etichetta verde, ma di un documento basato su uno studio scientifico, ovvero il Life Cycle Assessment. Una EPD fornisce un vantaggio competitivo sotto diversi punti di vista: in un mercato in cui il greenwashing è un rischio, una EPD verificata da terze parti offre la massima trasparenza. Fornisce dati chiari e comparabili sulle prestazioni ambientali del prodotto, dalla produzione allo smaltimento.
Inoltre, con l’aumento delle normative ambientali, l’EPD diventa spesso un requisito per poter partecipare a bandi di gara. Avere una EPD, infatti, posiziona le aziende come partner privilegiati per le amministrazioni pubbliche e per i clienti che puntano alla sostenibilità. Lo studio alla base dell’EPD permette, infatti, di identificare i punti critici del processo produttivo aziendale. In questo modo, si può ottimizzare l’uso delle risorse, ridurre i costi e rendere la produzione più efficiente, con un impatto positivo sia sull’ambiente che sul bilancio.
Le EPD non riguardano solo i grandi gruppi. Indipendentemente dalle dimensioni dell’azienda, una EPD è un investimento che ripaga in termini di immagine, opportunità commerciali e innovazione. È arrivato il momento di trasformare l’impegno per l’ambiente in un’opportunità di business.
Hai bisogno di supporto per la tua EPD?